leggere, creare, sognare tutto è fantasia basta lasciarsi andare e tornare un po' bambini

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venerdì 26 gennaio 2018

per non dimenticare

Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi. 

(Primo Levi, Se questo è un uomo, 1947)
Meditate che questo è stato
È tutta in queste poche e potenti parole l’essenza di questa poesia. Meditate non ricordate, spegnete il mondo che vi gira intorno, e meditate sul perché l’uomo ha dimenticato il suo essere uomo, meditate perché non accada mai piú. Tenete sempre accesa la fiamma della vostra umanità, guardate negli occhi chi vi passa avanti, e l’uomo è uomo non è una nazione né una religione è solo uomo.
Meditiamo è non dimentichiamo mai e raccontiamolo alle nuove generazioni, raccontiamolo quando ci passa accanto un gesto di potente insofferenza verso lo straniero e chi ci passa accanto, solo perché diverso. Da questi sentimenti ed atteggiamenti tutto cominciò.Stiamo attenti, cerchiamo di essere sentinelle dell’umanità. Cerchiamo di rimanere sempre uomini, affinché non si debba mai più dire

“Se questo è un uomo”.

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